La regola del 10. Torna il progetto educativo della Virtus Entella

Ha da poco preso il via la terza edizione dell’iniziativa sviluppata e promossa dal club biancoceleste in collaborazione con gli istituti scolastici del territorio, tassello di un impegno sociale ben più ampio. Ne abbiamo con il coordinatore dell’iniziativa, Simone Famà.

Patto educativo di comunità. Un concetto secondo cui la responsabilità educativa di un territorio non è lasciata solo alla scuola, ma è supportata da realtà pubbliche o private, al fine di promuovere nuovi modelli educativi, favorire l’inclusione, stimolare solidarietà e cittadinanza attiva”

Con questa definizione, ripescata da un nostro articolo datato maggio 2021, parlavamodel rapporto tra clubcalcistici e scuola, e della possibilità (reale) da parte dei primi di giocare un ruolo fondamentale per la seconda.

Quel messaggio, in particolare, era stato originariamente promosso dalMinistero dell’Istruzione come partedi Piano Scuola Estate, progetto il cui obiettivo era permettere agli studenti italiani di recuperare quanto perso causa pandemia, esortando e supportando la creazione di momenti educativi (più o meno formali) promossi da vari enti comunitari (non solo scolastici).

Il quell’articolo riconoscevamo nel programma una possibilità concreta per i club di candidarsi a protagonisti attivi della propria comunità, occasione per dare forma alla loro riconosciuta funzione socioeducativa. Qualcosa che, a prescindere dalle necessità imposte dalla pandemia, dovrebbe rappresentare il lavoro quotidiano dei club sul territorio, una delle tante espressioni di quella responsabilità socialedi cui crediamo ogni organizzazione calcistica non possa più fare a meno.

A distanza di mesi, il nostro appello continua a rimanere valido. E (finalmente) risposte in questo senso iniziano ad arrivare. Tra le più convincenti quella della Virtus Entella, club da sempreattentissimo al proprio ruolo all’interno della comunità e più volte promotore di interessanti iniziative in linea con questo impegno (soprattutto attraverso la propria onlus, Entella nel Cuore).

I liguri hanno recentemente riproposto ‘La Regola del 10’, programma educativo arrivato alla sua terza edizione che insieme a diversi istituti superiori locali punta a sviluppare percorsi di educazione civica attraverso il calcio. Ne abbiamo parlato con Simone Famà, coordinatore dell’iniziativa, nonché segretario generale dell’Academy biancoceleste e responsabile organizzativo dell’Entella Women.

Partiamo da una panoramica generale del progetto ‘La Regola del 10’. n cosa consiste? Quali gli obiettivi? Quali temi affronta? Chi sono i destinatari (sapendo che dalla scorsa edizione c’era la volontà di estenderlo anche alle scuole medie)?

La ‘Regola del 10’ è un progetto che mira ad introdurre nelle scuole del comprensorio tematiche attinenti al mondo dello sport, ma affrontate da un punto di vista differente. Il lavoratore sportivo non è solo chi esegue la prestazione in campo, ma anche chi si trova dietro ad una scrivania o comunque chi svolge il proprio mestiere -talvolta altamente qualificato- legato allo sport, senza esserne direttamente atleta. 

Giocare nella vita con la maglia numero 10 significa provare sempre ad avere un ruolo da protagonisti, provare sempre a prenderla a piene mani, quella vita, e ad attraversarla in maniera pienamente attiva”. Alberto Bruzzone, in un articolo dedicato al vostro progetto, ha usato queste parole per riassumerne la filosofia. Cosa ha spinto alla scelta di questo nome? Quali i principi fondanti in stretta connessione con le caratteristiche tipiche di un numero 10?

Il 10 si associa ai grandi campioni, a coloro che giocano al di fuori degli schemi e che con una giocata da “camiseta diez” -giusto per citare il legame albiceleste con Virtus Entella- possono dare una sterzata alla partita. L’auspicio è che i ragazzi che prendono parte al nostro progetto possano non farsi scivolare i giorni addosso, ma che li vivano in modo pieno, attivo, indirizzandone le scelte verso comportamenti consapevoli, indossando la maglietta numero 10 nella grande partita che è la vita.

Il progetto si allinea perfettamente alle nuove disposizioni ministeriali per quanto riguarda l’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole. Che tipo di attività verranno svolte e che tipo di percorsi verranno creati per centrare questi obiettivi?

Il percorso ha di fatto un unico obiettivo: la crescita personale e professionale dei ragazzi. Ogni intervento -dalle 5 alle 10 ore complessive- viene concordato con la scuola in relazione agli obiettivi didattici delle varie classi. I temi sono molteplici: dal diritto sportivo alla comunicazione, dall’economia dello sport al management, senza trascurare il marketing e le scienze motorie.

Di fatto, quindi, state creando un servizio per gli stessi istituti, che possono così raggiungere i target educativi richiesti grazie alla collaborazione con un partner altamente riconosciuto (la Virtus Entella) che, dalla sua, può contare su un appeal unico sui ragazzi e un’esperienza potenzialmente d’impatto. Un modus operandi non comune in Italia (mentre lo abbiamo trovato molto di più all’estero, esempio la Premier), dove generalmente le iniziative sono slegate da queste logiche. Quali considerazioni a riguardo? E come viene gestito, nel dettaglio, il rapporto con le scuole?

La peculiarità di “La regola del 10” è la sua freschezza e genuinità ed ogni intervento viene personalmente seguito da professionisti che sono eccellenze nel proprio campo e umanamente credibili relatori che condividono gli obiettivi sociali della società che mira a fornire un valido apporto alle scuole nel difficile ruolo di guida nella crescita dei ragazzi.

Il rapporto con le scuole è buono, proprio perché abbiamo scelto di adottare una strategia basata sulla qualità dei contenuti e finalizzata all’effettiva realizzazione degli obiettivi condivisi piuttosto che una logica pubblicitaria aggressiva ed altisonante.

Il progetto vede la partecipazione di un altro importante player, Randstad. Un lavoro di squadra che permette di combinare le competenze di entrambi gli attori al servizio dei destinatari finali. Possiamo sapere di più su questa collaborazione?

Randstad è un partner che da alcuni anni ha scelto di “giocare” con noi ed è stato naturale ravvisare una comunione di intenti con i loro delegati territoriali che si sono dimostrati agili e frizzanti nel recepire il nostro obiettivo socio-scolastico e hanno disposto i loro interventi ponendo sempre al centro la crescita dello studente, mostrando un panorama del mondo del lavoro, tra compilazione dei curricola e preparazione al vero colloquio di lavoro.

Per rimanere aggiornat* sull’impegno sociale della Virtus Entella: https://www.entella.it/entella-nel-cuore/