Sostenibilità sociale. Il ruolo del calcio e l’esempio del Liverpool FC

Nonostante la sostenibilità sia entrata a far parte del nostro vocabolario, facciamo ancora fatica a considerarla in ogni sua accezione, dimenticandoci spesso della sua dimensione sociale. In questo articolo, abbiamo provato a capire quale sia il ruolo del calcio in questa “partita”, approfondendo un esempio vincente: la Liverpool FC Foundation. 

Ci stiamo dimenticando che la sostenibilità non è solo ambientale ed economica, ma anche sociale. È questo, in breve, l’allarme lanciato dal Financial Times, che in un recente articolo ha ammonito sulla mancanza di attenzione rispetto ad una delle tre dimensioni della sostenibilità, tanto importante quanto le più celebri “sorelle” citate poco fa.  

Una considerazione, quella del noto quotidiano, che pare (purtroppo) essere più diffusa di quel che si possa pensare. Un simile responso, infatti, è arrivato anche da un recente sondaggio dell’Università Salesiana e dell’Ucsi che ha confermato questa tendenza. Intervistando diversi giovani tra i 18 e i 32 anni (solitamente categoria attenta e informata su certi temi), la parola “sostenibilità” era primariamente associata all’ambiente, poi all’aspetto economico e, solo per ultimo, al sociale.  

Insomma, pare proprio si stia lasciando indietro un concetto di estrema importanza per il pieno raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile promossi dalle Nazioni Unite. Un tassello fondamentale per la crescita delle nostre comunità visto che considera fattori legati alla capacità di generare condizioni di benessere umano, tra cui educazione, partecipazione, salute, giustizia, sicurezza, inclusione, opportunità. 

E come spesso accade, il calcio non è esente dal dibattito che riguarda la società più in generale. Pare infatti che il mondo del pallone sia abbastanza in linea con la critica mossa dal quotidiano britannico, seguendo quel trend che vede grande interesse per i temi ambientali, meno per quelli sociali.  

Una specie di paradossale “autogol”, visto e considerato che il calcio ha una predisposizione quasi naturale verso la promozione del benessere e di tutte le sue sfaccettature, merito della sua universale popolarità e capacità di coinvolgere. Dovrebbe quindi evitare di incappare nel classico errore di dare per scontato il raggiungimento di questi obiettivi o limitarlo solo ad alcune semplici iniziative, facendone invece un punto di forza su cui scommettere con decisione.  

Questo, innanzitutto, in quanto azienda, con i relativi obblighi verso i propri portatori d’interesse. Poi, come solutore di quei problemi di cui il calcio stesso è vittima e, suo malgrado, promotore (episodi di discriminazione, ecc.) Infine, e forse aspetto più importante, per esprimere al massimo del potenziale quel ruolo di agenzie educative e punti di riferimento per il proprio territorio che ogni club ha il dovere e la responsabilità (termine non casuale) di preservare e far crescere. 

Come al solito, comunque, anche in questo mondo esistono realtà che sanno distinguersi, uscendo dall’ordinario, puntando sui giusti talenti e quindi tracciando la strada che si spera altri possano seguire. Discorso reso ancor più credibile se l’esempio in questione è offerto da una delle squadre più vincenti e iconiche della storia del calcio, connubio perfetto di trionfi sul campo e fuori. Stiamo parlando del Liverpool FC, la cui ‘Foundation’ (organizzazione che per i Reds si occupa della comunità) ha recentemente pubblicato il suo ultimo bilancio sociale. Un documento che testimonia l’impegno del club sul territorio, specialmente della parte che ha più bisogno, esempio perfetto di come un’organizzazione (nel mondo del calcio, ma forse non solo) dovrebbe agire per dare piena forma a quell’idea di sostenibilità sociale che, a tutti i livelli, non possiamo assolutamente di lasciare indietro. 

Strategia, impatto, azioni e persone 

Sono quattro, in particolare, i capisaldi principali a cui la Liverpool Foundation (LFCF) si è affidata per perseguire questo obiettivo: una strategia che faciliti un cambiamento sostenibile ed a lungo termine, un impatto reale e positivo, azioni e servizi concreti, e infine la capacità di intercettare quelle situazioni in cui fare la differenza. 

Parlando di strategia, l’organizzazione inglese è decisa ad avere ben chiari quali siano i benefici che vuole provare a portare al territorio. Il modello scelto è, appunto, la cosiddetta ‘Teoria del Cambiamento’, formula comune per questo genere di impegno. Una metodologia che, muovendosi a ritroso, consideri tutti i passaggi necessari per avere l’impatto desiderato. Partendo, innanzitutto, da ciò che la LFCF ambisce a raggiungere: contrastare quelle situazioni legate a difficoltà, problemi e deprivazioni che caratterizzano alcune comunità del territorio. Contesti nei quali portare benessere, educazione, opportunità conseguenza positiva della partecipazione ad un certo tipo di esperienza. Qualcosa da raggiungere attraverso le centinaia di iniziative che ogni settimana vengono realizzate, sfruttando le enormi risorse materiali ed immateriali che un club come il Liverpool FC può mettere a disposizione: competenza, appeal, popolarità, capacità di coinvolgere e creare collaborazioni efficaci. Un pacchetto enorme per provare a contrastare quegli avversari che quotidianamente affliggono numerose aree del territorio, e che il club è più che mai desideroso a battere. 

Come accennavamo, poi, la sostenibilità sociale è un fenomeno articolato, ricco di sfaccettature. Possibilità che la LFCF ha deciso di cogliere tutte, in un ventaglio di proposte ricco e presente in numerose aree di intervento. Sport e attività fisica, salute e benessere, educazione in ogni sua possibile declinazione e grado, inclusione sociale e tante proposte per coinvolgere e dare voce ai più giovani, soprattutto se bisognosi di spazio ed occasioni per farlo. Un totale di oltre 30 programmi annuali, più di 5,000 sessioni e decine di migliaia di partecipanti. 

E proprio parlando di persone, capire esattamente chi sono stati i destinatari delle proprie attività è ovviamente qualcosa che permettere di conoscere sempre meglio il contesto di riferimento, nonché avere a disposizione dati e informazioni utili per agire in maniera ancora più specifica ed efficace. Un approccio emerso ovviamente anche dal report della LFCF, in cui l’organizzazione è stata in grado di avere un’idea del numero dei partecipanti, della loro provenienza o contesto sociale, ma anche di caratteristiche come genere, età o etnia, nell’idea di favorire una partecipazione diffusa e inclusiva. 

Per ultimo, forse l’elemento più importante parlando di sostenibilità sociale: l’impatto. In altre parole, la conseguenza delle proprie azioni, il cambiamento positivo che si è tentato di promuovere. Un elemento spesso difficile da capire, concretizzare e misurare, sia come riportato dall’articolo del Financial Times ripreso in apertura che come riconosciuto dal CEO della LFCF, Matt Parish, secondo cui l’organizzazione “è solo all’inizio del proprio percorso per riuscire a dimostrare efficacemente l’impatto avuto”. Primi passi, però, mossi nella direzione giusta a guardare il bilancio sociale, grazie ad esempio all’utilizzo di un framework specifico (che ha permesso di individuare indicatori di successo per valutare il raggiungimento degli obiettivi e la qualità di quanto realizzato), nonché strumenti specifici come lo SROI, che ha evidenziato un ritorno di £ 15,29 per ogni pound investito. 

Se ti interessa approfondire il documento completo: LFC Foundation Impact Report 2021