Valori, interesse per la comunità ed impegno sociale. Elementi imprescindibili per il calcio del futuro

I tifosi moderni non vivono più il calcio come prima, così come pensano diversamente ad altri aspetti della società e dell’intrattenimento”.  

Parola di Charlie Marshall, CEO dell’ECA, l’Associazione dei Club Europei. Una dichiarazione arrivata lo scorso settembre a margine della presentazione di “Fan of the Future – Defining Modern Football Fandom”. Realizzata dalla stessa organizzazione del calcio continentale, la ricerca ha provato a delineare l’identikit dei tifosi di oggi. Un’indagine su come questi vivono e “consumano” l’esperienza calcio attuale, ma anche come stanno cambiando le loro abitudini e aspettative. Un lavoro per tracciare il percorso di crescita dello sport più amato al mondo e confermare questo status nonostante le sfide di un futuro quanto mai incerto.  

Perché è un calcio che, a quanto pare, sta assistendo ad un mutamento radicale nel panorama dei propri appassionati. Tifosi che “si aspettano club che vadano al di là di ciò che li ha sempre contraddistinti”, come riconosciuto da Lasse Wolter, Direttore del Membership & Business Development dell’ECA. Che ha anche provato ad anticipare gli scenari di un nuovo calcio, in cui saranno imprescindibili “impegno sociale e interesse nei confronti della comunità”.  

Sono tifoso perché… 

Una considerazione che, effettivamente, trova riscontro esaminando più in dettaglio i dati emersi dall’indagine. Partendo da quello relativo ai motivi per i quali i tifosi sceglierebbero di affezionarsi ad un club piuttosto che un altro

Un fenomeno complesso da decifrare, che contiene al suo interno numerose sfaccettature. Una di queste, scelta dal 30% degli intervistati (secondo dato più alto), è relativa ai “valori che il club promuove”.  

In altre parole, per i tifosi sembrerebbe abbastanza rilevante ciò che un’organizzazione sportiva sostiene, i messaggi che manda, le cause per cui si impegna, così come quello che guida e ispira le decisioni da prendere. Elementi che gli appassionati vorrebbero condividere e ritrovare nei club che seguono.  

Calcio, comunità e impegno sociale 

Altro dato di particolare rilevanza emerso dalla ricerca è quello che riguarda il rapporto tra il calcio e le comunità locali. Lo studio ha messo in evidenza come la maggior parte degli intervistati (66%) considerasse questo sport come un importante mezzo per il loro sviluppo, ritenendole addirittura “responsabilità dei club”.  

Un impegno sociale in cui gli appassionati credono molto, che anzi si aspettano di vedere in misura addirittura maggiore. Solo il 20% dei tifosi crede infatti che il calcio faccia abbastanza, con il 49% che pensa debba fare di più.  

Una sentenza che lascia poco spazio alle repliche. Che assume ulteriore valore se associata ad una ricerca simile realizzata da Nielsen Sports. È crescente, secondo questo studio, l’apprezzamento da parte dei tifosi per quei club impegnati attivamente in cause socialmente rilevanti (64% degli intervistati). Un’evidenza, sempre secondo l’agenzia di ricerca, che si sarebbe rafforzata nei mesi della pandemia globale dovuta al Covid-19, con il 75% dei fans che ha aumentato il proprio interesse per quei brand impegnati nel sociale durante questo periodo di emergenza.   

Il “problema” dei giovani 

È stato infine dato ampio spazio al cercare di capire il rapporto tra il calcio e le nuove generazioni, forse la categoria di appassionati più importante, con lo studio che ha rilevato un quadro abbastanza particolare.      

Partendo dalla fascia dei giovanissimi (8-15 anni), sembra che questa sia molto interessata a questo sport, con l’84% degli intervistati che ha confermato questa passione.  Discorso diverso per quella appena più “anziana” (16-24 anni). Il 40% ha dichiarato infatti di non avere nessun interesse per il football, prospettando un buco generazionale allarmante e dalle possibili conseguenze disastrose.   

A ciò vanno ad aggiungersi ulteriori considerazioni emerse dalla ricerca nei confronti di questa categoria di tifosi. Atipici nel modo in cui consumano l’esperienza calcio. Ma anche rispetto a quello a cui prestano attenzione e che ritengono importante. Vogliono potersi identificare in un brand, che deve riflettere i valori in cui credono. E ne apprezzano l’impegno sociale.  

Due considerazioni che trovano ulteriore riscontro in simili studi rivolti a questa preziosa generazione di appassionati. In uno realizzato da Nielsen Sports è emerso che il 50% dei giovani tra i 16 e i 29 anni avesse particolare interesse per quei marchi socialmente responsabili. Simile discorso per un documento prodotto nel 2015 dall’agenzia Deloitte, che ha rilevato come i Millennials fossero più inclini appassionarsi a quei club dalla marcata matrice valoriale.  

Linee guida per il calcio del futuro 

Impossibile, a questo punto, pensare di ignorare queste evidenze. Che potrebbero suonare per molti come un campanello d’allarme, dovendo cambiare significativamente il proprio modo di agire all’interno di un ecosistema in cui è sempre più complesso destreggiarsi. Ma d’altronde, come ricordato anche dal numero uno dell’ECA, “bisogna ricordarsi perché facciamo tutto questo: per i tifosi”.  

Da dove partire, dunque, per gettare le basi del calcio del futuro? Dalle risposte emerse, sembra siano tre gli elementi maggiormente ricorrenti: valoriinteresse per la comunità e impegno sociale.  

Innanzitutto, c’è desiderio da parte dei tifosi di tutte le generazioni di avere club e brand facilmente riconoscibili, perché fondati su principi solidi e distintivi. Elementi nei quali credere e identificarsi, che rispecchino i trend del momento storico attuale: sostenibilità, attenzione all’ambiente, innovazione tecnologica, esclusività e unicità.   

C’è poi la pretesa di un calcio sempre più presente nelle questioni che riguardano la società. Nelle quali il potenziale di questo sport quale veicolo di messaggi positivi venga espresso al massimo delle sue capacità.  

Infine, c’è il bisogno di organizzazioni sportive che assumano sempre più il ruolo di vere e proprie agenzie educative per il proprio territorio. Capaci quindi di offrire un’esperienza che non si limiti unicamente al giorno della partita, ma che invece preveda sempre più occasioni per vivere il club. E, viceversa, iniziative che gli stessi propongano per coinvolgere la comunità locale. Questo, ovviamente, reso possibile per una moltitudine di partecipanti, puntando a massimizzare l’impatto creato. 

growing challenge” per concludere con le parole di Charlie Marshall. Una sfida crescente, ma allo stesso tempo un’opportunità che il calcio non deve lasciarsi scappare per confermare anche in futuro il proprio status di sport più popolare al mondo. 

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