Football4Climate: la svolta per i progetti green. Calcio e ambiente, si può!

Calcio e ambiente, si può! È questa la speranza dell’organizzazione non governativa SandSI (Sport and Sustainability International) che ha recentemente lanciato un’interessante iniziativa per incoraggiare sempre più club calcistici a riflettere sulla propria carbon footprint, misura che esprime in CO2 equivalente il totale delle emissioni di gas a effetto serra.  

Il programma si chiama Football4Climate e punta a “sfruttare la grande influenza del calcio per sensibilizzare e stimolare ad azioni concrete sul clima l’intero sistema”. Lo sport è infatti uno strumento “estremamente potente”, aiuto preziosissimo alla scienza che da sola “non avrebbe la stessa capacità di diffondere questo messaggio”, come dichiarato dal CEO di SandSI Geert Hendriks. 

Il progetto è basato sul raggiungimento di tre obiettivi fondamentali 

  • Incoraggiare i club a calcolare, evidenziare e ridurre la propria impronta ecologica (mettendo a disposizione, tra l’altro, uno strumento di misurazione ad hoc).  
  • Ridurre l’utilizzo di plastiche monouso durante le partite.  
  • Invitare le società ad aderire allo Sport for Climate Action Framework, iniziativa delle Nazioni Unite che chiama i vari protagonisti del mondo sportivo a partecipare ad un piano d’azione all’insegna della sostenibilità ambientale e della lotta ai cambiamenti climatici, in linea con gli Accordi di Parigi.  

Ma il programma non si limita solo agli addetti ai lavori. È stato infatti lanciato anche un progetto parallelo, il Football4Climate fan club, che invita anche i tifosi delle varie società a mobilitarsi e dare il proprio contributo. In particolare, i supporters sono visti come importanti alleati, chiamati ad agire con azioni concrete. Esortando, per esempio, la propria squadra del cuore a fare di più per l’ambiente qualora questa non faccia abbastanza (con tanto di modello di “lettera di reclamo” a disposizione sul sito dell’organizzazione). O cercando di ampliare continuamente la green community, incoraggiando altri tifosi a prendere parte alla causa. Infine, giocando sul fattore engagement, viene pubblicata una classifica mensile con i club maggiormente rappresentati. Lo scorso giugno, per esempio, sono stati premiati Tottenham, Manchester United e Milan.  

Paradosso calciosoluzione e problema per l’ambiente 

Football4Climate va ad aggiungersi ad una serie di altre iniziative a favore dell’ambiente e della sostenibilità, fortunatamente sempre più frequenti nel mondo del calcio. Questo giustificato da dati, evidenze, e una crescente consapevolezza che vede il football, paradossalmente, come problema ma anche soluzione per quel che riguarda questa importante tematica.  

Da un lato, quindi, sono sempre più numerosi i programmi che sfruttano il ruolo di questo sport come mezzo efficace per veicolare messaggi green, visto l’audience e la popolarità di cui gode. Ne è un esempio “Pass on Plastic”, impegno della Premier League a sostegno della campagna “Sky Ocean Rescue” promossa dalla stessa società di telecomunicazioni. Oltre a sensibilizzare club e fans in giro per il mondo ad essere più responsabili e a ridurre l’utilizzo di plastiche monouso, il progetto vede coinvolte numerosissime scuole primarie del Paese con l’obiettivo di educare su questo tema sin da giovanissima età, spronando gli stessi alunni a diffondere il messaggio nelle proprie famiglie.  

Dall’altro lato, invece, cresce il numero di iniziative che puntano a cambiare un sistema attuale per niente eco-friendly, come documentato da un articolo del 2019 pubblicato sulla rivista Wired. Citando altri studi, ha riportato come il consumo energetico annuale di uno stadio di massima serie sia equivalente a quello di 2.500 famiglie, e che la produzione complessiva di rifiuti possa essere stimata in 750mila tonnellate.  

Fortunatamente, sembra ci si stia già muovendo con concretezza nella giusta direzione, con l’Italia che può rivendicare un posto tra gli ambasciatori di questa necessaria svolta green. Ne sono un esempio alcuni interventi realizzati dai singoli club, come la campagna #ILNOSTROIMPEGNO promossa dal Cagliari Calcio per bandire la plastica durante le sue partite. Oppure, in maniera ancor più strutturata, il progetto “Life Tackle”. Si tratta di una partnership tra la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e una serie di partner internazionali per educare e sensibilizzare ad una gestione più sostenibile degli stadi e delle partite di calcio. Questo attraverso la riduzione dei rifiuti legati all’evento sportivo, così come un’attenzione diversa rivolta a quei fattori ad impatto negativo sull’ambiente, tra cui il consumo energetico e i trasporti. Juventus, Spal e Sassuolo hanno già aderito al progetto, mentre stadi come il Ferraris di Genova, il Barbera di Palermo, San Siro e l’Olimpico di Roma hanno iniziato a adottare soluzioni più rispettose dell’ambiente grazie al sostegno di Life Tackle.  

C’è sicuramente ancora molto da fare, soprattutto per quanto riguarda l’ammodernamento degli impianti e l’incremento nel numero di giocatori coinvolti in questa importante partita, ma la strada intrapresa sembra (fortunatamente) quella giusta.